Molte malformazioni del palato e i “denti storti”, oltre che ereditati dai genitori, possono avere origine anche da comportamenti sbagliati, che si instaurano nell’arco della vita, le cosiddette “abitudini viziate”, che riguardano la sfera emotiva come succhiare il pollice, usare il biberon e il succhiotto a lungo, mangiare le unghie, le penne o portare alla bocca gli oggetti più disparati; oppure sono legati alla funzione, cioè un uso scorretto della lingua e dei muscoli intorno ai denti o a una respirazione con la bocca dovuta ad allergie o problemi di  respirazione.

Le abitudini viziate e le caratteristiche ereditate si potenziano negativamente a vicenda diventando difficile poi capire quanto i difetti dentali e scheletrici dipendano dalle une o dalle altre. Dal punto di vista clinico non ci interessa sapere qual è stato il primo motivo scatenante la patologia, sappiamo però che dovremo agire su tutti i fronti se vorremo avere dei risultati duraturi. Tutti i tipi di abitudini viziate, nel caso siano già presenti o si instaurino nel corso di una terapia ortodontica, possono impedire l’azione delle forze degli apparecchi compromettendo i risultati e la stabilità delle cure.

La lingua: essa svolge un ruolo molto importante per la crescita e lo sviluppo della bocca nel bambino: nell’allattamento, materno o artificiale, la deglutizione avviene interponendo la lingua tra le arcate; durante lo svezzamento la lingua si sposterà nella sua posizione definitiva sul palato. La forma del palato e la posizione dei denti verrà determinata dall’equilibrio tra le forze  esterne esercitate dai muscoli delle labbra, del mento e quelle esercitate dalla lingua all’interno della bocca. Se queste forze non sono in equilibrio tra loro, si creerà un difetto di  sviluppo che porterà  ad esempio a un palato stretto oppure a un morso aperto, cioè uno spazio anteriore tra gli incisivi superiori ed inferiori dove si interpone la lingua.

Che cosa può alterare questo equilibrio?
L’uso prolungato del succhiotto o del dito, i problemi di respirazione, le allergie o un difetto di maturazione dei meccanismi linguali, che impediscono alla lingua di imparare a mettersi nella posizione corretta.

Che cosa possiamo fare?
Per intercettare questi meccanismi fin dalla più tenera età sono importanti i controlli dal vostro dentista che , se necessario, vi consiglierà l’intervento di una logopedista per aiutare il vostro bambino ad usare la sua lingua nel modo più corretto.

Il viso:

Il viso dei vostri bambini è segnato dalle occhiaie o ha difficoltà a concentrarsi? Ha il palato stretto o i denti sporgenti? Ha le gengive infiammate o tante carie?
Stanno diventando sempre più frequenti nei bambini le infiammazioni di tonsille e  adenoidi, le otiti e i fenomeni di tipo allergico a causa delle odierne condizioni ambientali e dell’inquinamento atmosferico. Spesso i bambini non sanno nemmeno soffiare il nasino peggiorando la situazione. Avendo difficoltà a respirare, per permettere il passaggio dell’aria attraverso la bocca le labbra rimangono aperte, la lingua va in basso assumendo una scorretta posizione causando restringimento del palato e l’inevitabile malposizionamento dei denti, L’aria non  viene riscaldata , filtrata e depurata dal naso causando infiammazioni alle gengive e carie più frequenti; la bocca diventa inoltre un ricettacolo di batteri che possono diffondere nell’organismo e provocare infezioni di vario tipo. Pertanto i problemi respiratori devono essere intercettati precocemente dal dentista ortodontista ed è importante risolverli al più presto per una buona crescita ossea del bambino che a 4 anni ha già raggiunto il 60% della crescita delle strutture scheletriche della faccia e a 12 anni il 90%. Consigliamo comunque l’intervento di un allergologo o di un otorinolaringoiatra. Fare lavaggi tutte le sere prima di andare a letto con soluzione fisiologica oppure con acqua e sale utilizzando il Netilota, li aiuterà molto. Inoltre una logopedista, con l’aiuto di semplici esercizi insegnerà l’uso corretto della lingua e delle labbra perché fino adesso non hanno funzionato bene!

Altre sono le (cattive e consuete) abitudini viziate: ad esempio, il vostro piccolo non vuol abbandonare il ciuccio o ha il dito in bocca.  Il neonato e i bambini piccoli traggono un senso di sicurezza dal succhiamento del pollice, del succhiotto o altro, sono più tranquilli, rilassati e dormono meglio. Fino ai 2-3 anni si tratta di un meccanismo fisiologico, ma se il bambino continua a succhiare bisogna intervenire per evitare delle ripercussioni negative sulla crescita della bocca e sulla posizione dei denti.

La durata e l’intensità con cui avviene il succhiamento sono importanti per determinare gli effetti, gli stessi con il ciuccio o le dita, anche se eliminare il primo è molto più semplice. I genitori non devono essere severi con i loro figli, ma aiutarli a superare con serenità il distacco da questa abitudine, cercando di sostituire il senso di sicurezza dato dal succhiamento con la sensazione di maggiore tranquillità trasmessa da papà e mamma. La necessità di succhiare deriva da situazioni di stress, lavorate su quella. Se proprio non ci riescono, non sgridateli ma aiutateli fasciando il ditino o mettendo un calzino nella mano la notte. Gratificateli con un piccolo regalo per ogni notte senza succhiare e con un regalo  più grande se superano i 15 giorni, a questo punto ……. E’ FATTA!!!!

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